Origini e storia del Kakuro
Dopo il Sudoku, il Kakuro.
Arriva ancora una volta dal Giappone e assomiglia a un
cruciverba, ma al posto delle definizioni ci sono i numeri.
"Cross Sums",
somme incrociate, le chiamano gli inglesi, che l’hanno importato per primi
in Europa: il quotidiano britannico Guardian ci ha scommesso su, e sta pubblicando con regolarità uno schema da far risolvere ai suoi
lettori.
Ne hanno seguito le orme il Daily Mail e il
Telegraph.
Con il Corriere della Sera il gioco, logico e non matematico, arriva in Italia e
affianca il Sudoku.
Le regole sono semplici: si devono
riempire le caselle vuote con numeri dall’1 al 9; la somma di ogni serie
di numeri verticale o orizzontale deve essere uguale alla cifra indicata
all’inizio della stessa serie; ogni numero può essere usato una sola volta
nella medesima linea orizzontale o verticale.
Il gioco è nato 25 anni fa,
quando il giapponese McKee Kaji in uno dei suoi viaggi d’affari negli Usa
si stufò di non riuscire a risolvere tutte le parole crociate per
oggettivi limiti linguistici e inventò uno schema analogo, ma numerico:
cifre al posto delle parole, per rispondere ai quesiti del tipo: "X" è
uguale alla somma di...? Era il 1980.
Le "Cross Sums" sono comparse negli Stati Uniti la prima volta nel 1966, su
un settimanale.
Divennero presto le "kasan kurosu", la combinazione
giapponese delle parole "somma" e "incrociata". Esigenze di marketing
fecero contrarre i due termini in "kakkuro", che è poi diventato "kakuro".
Oggi in Giappone esistono 70 riviste e quotidiani che propongono il gioco.
Il Guardian è stato il primo in Europa.
(tratto da un articolo di Elvira Serra su corriere.it)