Storia dei solitari
L’origine dei solitari e dei giochi di carte
I primi libri che
trattano in maniera diffusa dei solitari con le carte sono apparsi sul finire
del 1800. Nessuno di questi però ha saputo indicare con sicurezza quale ne fosse
l’origine.
L’ipotesi più accreditata fa risalire il passatempo dei solitari
con le carte alle virtù divinatorie risalenti all’antico popolo egizio; altri,
come quando non si è certi della provenienza di qualcosa, propendono invece per
attività ludiche di popoli dell’estremo oriente, altri ancora indicano negli
arabi i primi utilizzatori di carte da gioco.
La prima ipotesi ha tuttavia
un fondamento di verità. Gli egizi, preoccupati dall’espansione coloniale dei
romani, temendo che i loro segreti potessero cadere nelle mani di odiati nemici
contribuendo ad aumentare il potere dei conquistatori, affidarono ai boemi parte
dei loro segreti. Tra questi rientravano le capacità divinatorie derivanti dalla
lettura delle carte. In realtà i romani continuarono ad utilizzare i loro
sistemi divinatori (volo degli uccelli, viscere degli animali) e non si
interessarono della lettura delle carte.
I boemi era un popolo nomade, che
si spostava da regione in regione in concomitanza con l’alternarsi delle
stagioni. Essi furono ben presto identificati con gli zingari (egizi = gipsy =
zingari). Tutti sappiamo che i metodi più diffusi per farsi predire il futuro da
una zingara sono la lettura della mano e l’interpretazione delle carte.
Da
qui al solitario il passo è breve.
Non potendosi sempre affidare ad uno
zingaro, i più cominciarono ad inventare solitari, la cui riuscita significava
che il desiderio o l’evento si sarebbe realizzato.
E’ accertato perciò che gli attuali solitari con le carte discendono direttamente
dalle virtù divinatorie delle carte, in relazione alla loro
alternanza e vicinanza di estrazione.
I libri sui solitari
I solitari, noti come 'solitarie games' negli Stati Uniti e 'patience' in Inghilterra, sono giochi di carte per giocatori singoli.
Come abbiamo detto non si può determinare con certezza una data di nascita dei solitari. Certo è che essi nacquero come 'arte del divinare' ossia di predire il futuro. Si può perciò affermare che le prime carte che fecero la loro apparizione furono i tarocchi.
La nascita dei solitari è sicuramente anteriore in Europa al 1240; in quell'anno infatti, a causa della grande diffusione del solitario, come metodo di divinazione, il sinodo di Worcester, tra le altre cose, proibì, pena la prigione, di giocare da soli il gioco delle carte.
Come spesso accade, le regole che valgono per tutti non valgono per i potenti: tant'è che re Carlo VI era solito passare le sue giornate giocando a carte da solo.
In Italia i solitari fecero la loro comparsa nel 1300. Durante quello stesso periodo divennero popolari in Francia, guarda caso proprio nel periodo in cui Napoleone fu esiliato. Deportato su di un'isola a meditare sulle proprie disgrazie, a Napoleone sono stati attribuiti diversi solitari da lui inventati.
Sul finire del sedicesimo secolo furono inventati svariati giochi di carte, tra cui molti solitari inediti. Fu in questo periodo che l'asso divenne la prima carta per valore prima del re, nonostante il suo numero più basso. Alcuni storici datano la nascita dei solitari proprio in questo periodo storico.
Fu solo nel diciannovesimo secolo che iniziarono pubblicazioni articolate sui solitari. Si identifica in Adelaide Cadogan (illustrated games of patience) la prima scrittrice di un libro sui solitari con le carte da gioco. Una prima edizione nel 1880 e una successiva nel 1887.
Ma in quel periodo si moltiplicarono i libri che trattavano dei solitari.
Dal nome all'origine dei solitari e dei giochi di carte
"Patience" è soltanto uno dei termini usati per indicare i giochi di carte svolti da un solo giocatore: è il più antico termine che indica questo tipo di gioco ed è evidente la sua origine francese. Nel francese moderno il gioco di carte viene indicato più spesso come "réussite", significando "il successo", o "il risultato favorevole", per distinguerlo da pazienza.
Il solitario infatti è stato considerato in passato come un'esercitazione "di pazienza" nel senso letterale del termine. Nell'italiano moderno il solitario con le carte è conosciuto solitamente come "solitario". L'uso francese di réussite è spiegato come "combinazione delle carte che le persone superstiziose usano per divinare il successo di un'impresa, di un voto, ecc.".
Se questo suggerisce un'origine nell'uso delle carte per predire il futuro, la teoria è rafforzata dal nome del gioco in danese, in norvegese ed in islandese, denominato kabal o "conoscenza segreta".
In Polonia, in cui la pazienza è denominata "pasjans", la parola "cabala" ha lo specifico significato di "conoscere la sorte con le carte" (cartomanzia).
Forse, allora, lo scopo originale del solitario era di "predire il successo di un'impresa". Se il gioco "riesce" (réussit), la risposta è favorevole, altrimenti no.
La stessa idea emerge dal solitario "Fortuna-Telling Patience" descritta da Mary Whitmore-Jones nel 1895: è un gioco per tre o più giocatori ed era il preferito dalle giovani signore del tempo, per conoscere il loro destino futuro.
Ogni seme ha un suo significato: i cuori amore, i quadri corteggiamento, le picche sposalizio, i fiori irrimediabilmente singole. Completare una delle quattro basi rappresentava il responso. Se nessuna base era completata la predizione rimaneva avvolta nel mistero.
Il fatto che "patience" sia una parola di origine francese non significa necessariamente che in Francia siano nati i solitari.
Healey e Ross sostengono che è più probabile l'origine tedesca o scandinava.
Il più antico riferimento che si conosca si trova in un libro tedesco del 1783, in cui si tratta dei giochi, e sono citati i termini "pazienza" e "cabala".
In un testo, sempre tedesco, del 1798 il solitario è rappresentato come scontro fra due giocatori, ciascuno dei quali a turno gioca un gioco di pazienza mentre altri e presumibilmente anche gli stessi giocatori scommettono sul risultato.
Molti altri sono i riferimenti che indicano queste modalità di gioco, tutti delle regioni baltiche, il che rafforza la teoria che il solitario sia nato come competizione tra due giocatori e solo più tardi sia diventato un gioco da singoli.